Spontaneismo e organizzazione
nei corpi volontari e nelle milizie popolari

Sin dalla guerra civile spagnola emerge il problema dell'organizzazione militare in seno alle formazioni politiche che gestiscono l'afflusso di volontari antifascisti da tutte le parti del mondo. 
L'esaltazione dello spontaneismo o la ricerca dell'organizzazione gerarchica sono due elementi che connotano la spaccatura tra le fila dello schieramento repubblicano: da una parte, anarchici della CNT e trotskisti del Poum, organizzati in colonne di miliziani; dall'altra, militanti delle Brigate Internazionali, disciplinatamente organizzati dal Comintern.

"Miliziani" versus "Esercito regolare"

Nel film Terra e libertà (1995) del regista inglese Ken Loach il contrasto insanabile tra lo spontaneismo e l'autorganizzazione delle milizie e l' inquadramento gerarchico dell'esercito repubblicano è evidenziato in alcune scene cruciali della pellicola.

Nella costruzione di questi episodi della sceneggiatura Loach si è rifatto al romanzo di Orwell Omaggio alla Catalogna, dove il tema è presentato in relazione agli episodi del maggio 1937 a Barcellona. In tale circostanza si verificò la più drammatica delle spaccature in seno al Fronte Popolare che difendeva la Repubblica.

La versione in lingua originale del film di Loach permete di cogliere la "babele" di lingue propria del fronte repubblicano. 

In questo spezzone è possibile cogliere un alterco tra il protagonista e i soldati dell'esercito regolare repubblicano. 

Il protagonista, che aveva lasciato le colonne del Poum in cerca della migliore organizzazione delle Brigate Internazionali, si pente della propria scelta una volta scorti i germi dello stalinismo e dell'autoritarismo nell'esercito della Repubblica. 

Decide così di ritornare, dopo aver stracciato la tessera del Partito Comunista, sul fronte di Huesca dai compagni del Poum.

Nella scena che chiude lo spezzone si sente cantare la canzone "Si sabes mi paradero", nota anche come la "Cancion de los milicianos", alla cui analizi rimanda la pagina "La canzone come produttrice di miti" di questo sito.

George Orwell, in "Omaggio alla Catalogna", racconta la sua esperienza di volontario antifascista nelle milizie del POUM
George Orwell, in "Omaggio alla Catalogna", racconta la sua esperienza di volontario antifascista nelle milizie del POUM

    Da Omaggio alla Catalogna di George Orwell (traduzione di Giorgio Monicelli, Mondadori Milano, 1948)

    Il cosiddetto addestramento si limitava a esercizi da piazza d'armi del tipo più stupido e antiquato: fianco-destr, finco-sinistr, dietro-front, marciare sull'attenti in fila per tre e tutte le altre inutili sciocchezze che avevo già imparato quando avevo quindici anni. Era davvero una bizzarra maniera di addestrare un esercito di guerriglieri. È chiaro che se si hanno solo pochi giorni a disposizione in cui addestrare un soldato si devono insegnargli le cose si cui avrà maggior bisogno: come ripararsi, come avanzare allo scoperto, come usare le proprie armi. Invece, a questa massa di ragazzini entusiasti che entro pochi giorni sarebbero stati gettati sulla linea del fronte non veniva neanche insegnato come sparare con il fucile o come togliere la sicura a una bomba a mano. Allora non comprendevo ancora che il motivo di tutto ciò era la mancanza di armi. Nella milizia del POUM la penuria di fucili era così disperata che le nuove truppe mandate al fronte erano sempre costrette a rilevare i fucili dai compagni di cui prendevano il posto in prima linea.

La guerriglia curda 

tra autogestione e identità nazionale

Lo scacchiere mediorientale rappresenta uno dei più drammatici scenari bellici della contemporaneità. In questo contesto si è sviluppata una grande attenzione mediatica verso i guerriglieri curdi. 

Nonostante l'onnipresenza nelle cronache le forze militari curde assumono talora tratti evenescenti: raramente viene chiarita la complessa articolazione delle loro divisione interne che nulla hanno a che invidiare rispetto alla frammentazione che contraddistingueva il Fronte Popolare durante la guerra civile spagnola. A livello macro-scopico è possibile distinguere le forze di combattimento dei curdi dell'area irachena e quelle dei curdi di area siriana (supportati dal PKK, partito politico e movimento guerrigliero radicato nello stato turco). Per quanto riguarda i primi è possibile riconoscere alle loro spalle una struttura organizzativa di tipo quasi statuale, poiché il nord dell'Iraq gode di una significativa autonomia politica ed economica. Invece nelle regioni curde del nord della Siria operano milizie auto-organizzate a partire da un'affiliazione politica comune. Tuttavia attraverso l'analisi di alcune fonti è possibile sfumare la dicotomia tra un esercito curdo-iracheno organizzato e disciplinato e milizie curdo-siriane basate sullo spontaneismo e sul volontarismo.

Nel video proposto dalla web tv curda RohaniTv prendono la parola alcuni "foreign volunteers" che hanno raggiunto la regione siriana del Rojava per combattere contro l'IS (Islamic State).

I volontari sono stati inquadrati nelle YPG, unità combattenti miste (maschili e femminili), che vengono proposte. almeno mediaticamente, come il fiore all'occhiello delle forze curde dell'area siriana.

In un contesto bellico che si basa sempre più anche sulla capacità seduttiva della propaganda attraverso i new media, gli stessi volontari, interpellati su cosa si possa fare per arginare l'IS, rispondono che un primo passo è non frequentare o sabotare i canali web degli integralisti del califfato.

Il video, tratto dal repertorio del canale youtube statunitense WarLeaks, mostra alcune fasi di combattimento nei pressi di Mosul tra i peshmerga curdi e le truppe dell'IS (Islamic State). In questo settore dello scacchiere bellico mediorientale, l'intreccio tra forze regolari e milizie volontarie presenta efficacemente i tratti della guerra post-moderna.

A fianco di soldati addestrati e efficacemente equipaggiati, si trovano ad operare gi irregolari con il kalashnikov al collo, ma che vestono jeans e calzano scarpe da ginnastica. 

Un articolo dell'agosto 2015 a firma di Adriano Sofri ricostruisce egregiamente le varie componenti dell'esercito dei peshmerga curdi.


Kurdistan. Rapporto dalla battaglia,

reportage di Adriano Sofri relativo all'offensiva dei curdi iracheni nei pressi di Mosul pubblicato su Repubblica il 31 agosto 2015.



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